MMXVI-MMXVIII
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PRODUZIONI CINEMATOGRAFICHE ALLA BARONA-SAN CRISTOFORO (1945 circa-1965 circa)
Dopo l’esperienza ATA (alla Triennale), verso il 1945 entrano in produzione dei teatri di posa in Via Pestalozzi, in corrispondenza dell’attuale civico 18,
gli stabilimenti cinematografici ICET
…che tuttavia, dopo un breve periodo di produzione, vennero gravemente danneggiati da un incendio (successivamente ricostruiti in tempi brevi dalla societa’ “Artisti Associati”, nella figura del titolare Ferruccio Caramelli, la societa’ che produsse il primo lungometraggio a cartone animato a colori, “La Rosa di Bagdad” premio vincitore del Festival di Venezia, ovviamente un’opera con tecniche ereditate dalla Walt-Disney).
Tra le produzioni degne di note si elencano:
“Notte di Nebbia (Artea Film) con Eleonora Duse (regia di Gianni Vernuccio)
“Vanità” con un esordiente Walter Chiari (regia Giorgio Pastina).
“Ruy Blas”, diretto da Pierre Billon.
“Bambini in città” di Luigi Comencini
“Barboni” di Dino Risi, entrambi girati nel 1946.
“I fratelli Dinamite” (1949) di Nino Pagot e
“La rosa di Bagdad” di Anton Gino Domeneghini.
Le varie produzioni annoverano anche qualche ex attore hollywodiano (come avvenne per Erich von Stroheim, dove nei “set” non mancarono alcuni episodi di sue crisi di identita, conseguenti ad un difficile adattamento del medesimo attore a stili e ambienti di produzione molto differenti dallo “star-system” da cui proveniva).
In realta’ la produzione cinematografica, della societa’ cinematografica che gestiva i set di Via Pestalozzi , andava oltre l’elenco appena presentato (non tutti i film parzialmente prodotti nel set di Via Pestalozzi e/o dalla societa’ che gestiva gli stabilimenti di quel sito… ebbero successo… vista anche la forte autoconcorrenza storica degli stabilimenti CINECITTA’ di Roma).
Una cineteca storica piuttosto ricca di film girati in Barona, nell’immediato dopoguerra, deve la sua motivazione alla presenza degli stabilimenti cinematografici ICET di Via Pestalozzi.
In Barona vennero girati, sempre nel periodo compreso tra l’esordio della RAI, a partire dal noto Carosello, anche alcuni spot pubblicitari proprio tra le vie Pestalozzi e Via Giacomo Watt. Purtroppo non vi è traccia in rete internet di questi spot, uno in particolare di una bibita gasata estiva (spot trasmesso da “Teche” di RAI 3 intorno al 1992, mai piu’ visto in nessuna successiva trasmissione e non reperibile in rete).
Alcuni film (anni ’50-’60) con sequenze effettuate tra le Piazza Miani, Via Biella, Via Santa Rita da Cascia, Viale Cassala, San Cristoforo, etc… hanno ragione d’esistere proprio per la presenza logistica e tecnica degli stabilimenti cinematografici ICET in Via Pestalozzi
“Lo svitato”, 1955/56, di Carlo Lizzani con Dario Fo e “Gli sbandati”, 1955, (esordio alla regia di Francesco Maselli), “Napoletani a Milano” 1953 (regia di Edoardo De Filippo) contengono sequenze filmate tra la Alzaia Naviglio Grande, Ponte di San Cristofoto, Via Lodovico il Moro-intersezione Via Pestalozzi, anche per la presenza, nelle immediate vicinanze, di stabilimenti cinematografici nei quali alle Regie di Produzione conveniva effettuare riprese caratteristiche nelle vicinanze della Via Pestalozzi.
Milano Barona 1953, fotogramma del film “napoletani a Milano”. Via Lodovico il Moro angolo Via Pestalozzi.
Anche il film “Walter e i suoi cugini” (una parodia del film “Rocco e i suoi fratelli”) del 1961 (logisticamente prodotto dagli Stabilimenti ICET di Via Pestalozzi) vede persino nel trailer (sequenza finale) spezzoni girati alla Barona (Piazza Miani capolinea tram 12 e Via Santa Rita da Cascia… dove si nota l’assenza di una vera sede stradale nel Viale Famagosta, ancora un nastro di prati con due stradine laterali non asfaltate, idem per Viale Faenza alle spalle delle scene di ripresa…), Viali abilmente inquadrati solo di “sfuggita”, nelle sequenze, allo scopo di non dare un senso di incompiuto al quartiere dove il film veniva girato.
La sottostante cronologia è tratta dall’articolo https://lombardiaspettacolo.com/uploads/ckeditor/attachments/56e9457f494e266506dc8ae9/Gli_studi_Icet.pdf
dove si elencano le restanti e principali produzioni ICET Barona (alcune storiche, ovviamente le riprese potevano non includere scenari di quartiere come invece avvenuto per altri film…) come:
“Cronaca di un amore” di Michelangelo Antonioni
“Miracolo a Milano” di Vittorio De Sica del 1950;
“Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti,
“La notte” ancora di Antonioni del 1960 e “La vita agra” (1964) di
Carlo Lizzani.
Non mancheranno inoltre coraggiosi tentativi di produzione attuati
fuori dei circuiti tradizionali, come la 22 dicembre, società fondata nel 1961 dal
regista Ermanno Olmi, dal critico Tullio Kezich e da un gruppo di amici con molta passione e pochi fondi, inizialmente presente nel settore documentaristico, ma poi attiva anche nel lungometraggio (“Una storia milanese”, 1962, di Eriprando Visconti; “I fidanzati”,
1963, di Ermanno Olmi; “Il terrorista” di Gianfranco Bosio; “La rimpatriata” di
Damiano Damiani e“I basilischi” di Lina Wertmuller del 1964) ; con l’intento di
raccontare, con toni poetici, il passaggio dell’Italia da società contadina a paese.
Alcuni residenti “storici” (di vecchia data) potrebbero rammentare che tra la fine degli anni ’50 sino alla meta’ degli anni ’60, nell’ammezzato sotterraneo (inizialmente concepito per ospitare magazzini) del condominio di Via Ambrogio Binda 3, venne allestito un laboratorio e studio fotografico e cinefotografico dove vennero realizzati “book fotografici” (per uso promozionale di varie produzioni cinematografiche, prodotte sia in Barona che in Cinecitta’ ed altri siti di ripresa) per alcune note interpreti cinematografiche italiane, già prossime alla popolarita’ internazionale.
Gli interni del film "Lo Sconosciuto di S. Marino"furono prodotti negli stabilimenti ICET di Via Pestalozzi.
Gli stabilimenti ICET di Via Pestalozzi, dopo un periodo di glorie (alternate a periodi di “fiacchezza”), dovettero affrontare un declino inesorabile. Nel 1955, un fallimento impose un passaggio proprietario a favore della famiglia Corti (nel 1961 cambio’ anche la ragione sociale in ICET-De Paoli).
Le produzioni terminarono intorno al 1965 quando la struttura si trasferi’ (essendo sottodimensionata rispetto alle esigenze produttive del periodo) a Cologno Monzese nella nuova Ragione Sociale di Cinelandia.
Nel 1968/69, nella stessa area dove sorgevano gli stabilimenti cinematografici ICET, venne realizzato un plesso di uffici e laboratori dal destino non molto fortunato.
Alcuni anni piu’ tardi, il plesso venne parzialmente riconvertito in scuole tecniche industriali (BIENNIO propedeutico al triennio di specializzazione) ITIS Feltrinelli, in Istituti professionali, temporaneamente in sezione provvisoria della Scuola Elementare Pestalozzi (causa periodo di ristrutturazione della medesima)
In Cinelandia si realizzarono anche film di produzione Cineriz (la divisione cinematografica della Rizzoli Editore, sita non molto lontano da Cinelandia, a Crescenzago-Milano nella omonima Via Rizzoli).
Viceversa, la palazzina storica degli stabilimenti Cinelandia (Cologno Monzese-Viale Europa), ex ICET, venne poi rilevata da Fininvest nel 1983 (tale sede ospito’ a fine anni ’70, la produzione di TAM TelealtoMilanese di Enzo Tortora e Renzo Villa, post fallimento giudiziario dei precedenti studi di produzione siti a Busto Arsizio in via Caprera 28).
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“CINEDOCUMENTARIO” ICET CINEMATOGRAFICA (1960)
Fonti : http://patrimonio.aamod.it/aamod-web/film/detail/IL8000002155/22/milano-citta-cultura.html?startPage=147&idFondo=IL8000001955
Nel cortometraggio ICET alcune sequenze filmate in Barona-San Cristoforo:
Campata inferiore ponte ferroviario in ferro, ex Cintura Sud, di S. Cristoforo/Via Lodovico il Moro. Seconda campata Ponte veicolare delle Milizie/Viale Cassala e sottostante ferrovia Milano-Mortara (con transito treno movimentato da una locomotiva a vapore). Civici Musei Strumenti Musicali al Castello Sforzesco. Facolta’ e laboratori di Fisica Nucleare del Politecnico di Milano (gestiti e finanziati anche dall’Ente Nazionale Idrocarburi di Enrico Mattei, morto in circostanze sospette il 27 Ottobre 1962 nel suo Jet aziendale a Bascape’ Pavia, forse per mano della CIA e di Cosa Nostra siciliana).Sempre nel cortometraggio ICET alcune sequenze dei circuiti per calcolatori a “nucleo ferromagnetico” sperimentati presso il Politecnico di Milano su sinergia scientifica e tecnologica della Olivetti di Ivrea con i Politecnici di Milano e Torino.
Da notarsi che molte produzioni (FILM, Caroselli RAI e Documentari) degli stabilimenti ICET di Via Pestalozzi (1945-1965) si distinguono per una specie di “firma” rappresentata dall’inserimento di sequenze riprese nel quartiere Barona e San CristoforoIl Documentario.
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La locandina del film “La Rosa di Bagdag” distribuito dalla Artisti Associati Milano, proprietaria degli stabilimenti ICET di Via Pestalozzi alla Barona.
Il film ottenne il I° Premio Internazionale al Festival di Venezia.
Notare bene. Le storiografie ufficiali non specificano se gli Studi di Animazione di questo lungometraggio a cartoni animati (1949-50), relizzato con sofisticate tecniche e stili di animazione ispirate dalla Walt Disney Production, risiedessero in Via Pestalozzi… l’unica fonte certa è la TITOLARITA’ di distribuzione dell’opera prodotta dalla Artisti Associati, proprietaria degli stabilimenti ICET di Via Pestalozzi…(il lungometraggio è visibile su Youtube). Quindi, a scanso di equivoci, la ARTISTI ASSOCIATI (titolare degli stabilimenti ICET in Barona) distribui’ il lungometraggio prodotto dalla IMA Film (specializzata in lungometraggi d’animazione artistica). I titoli di testa de “La Rosa di Bagdad” indicano come sede di animazione gli studi “Stratdford Abbey Films” a
Stroud (Gran Bretagna)
Ulteriori testimonianze delle produzioni di sequenze d’interni degli stabilimenti ICET di Via Pestalozzi nel link sottostante:
Anna Magnani gira a Milano Lo sconosciuto di San Marino Fonti di riferimento e orientamento:
https://lombardiaspettacolo.com/uploads/ckeditor/attachments/56e9457f494e266506dc8ae9/Gli_studi_Icet.pdf
https://www.grey-panthers.it/speciale/storiadelcinema/storia-del-cinema-italiano-a-milano/ storia-del-cinema-italiano-a-milano6-gli-studi-icet-e-altri-teatri-di-posa/
https://books.google.it/books?id=ajXYDjL31LUC&pg=PA76&lpg=PA76&dq=icet+via+ pestalozzi&source=bl&ots=S2PpfRbNu8&sig=ICfUAgNRC9mHx0L547K6-mOpKG0&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjZo6mooo3aAhWGK5oKHYP1BoUQ6AEILDAB#v=onepage&q=icet%20via%20pestalozzi&f=false
http://www.criticasociale.net/index.php?&lng=ita&function= rivista&pid =page&id=0002668&top_nav=autori_1997&sintesi=1#.WrqgrpfOPIV
http://www.storiadimilano.it/cron/dal1941al1950.htm
Milano Sparita e da ricordare Facebook non è la vera storia di Milano (troppa censura, troppa palese propaganda, velata ma evidente, pro Forza Italia e Lega nei suoi "post") ed a giudicare da alcuni siti di dissenso non sembra raccogliere quei consensi politici e commerciali che Forza Italia vorrebbe esibire, rivelando un abuso dell'utilizzo di Facebook da parte dei suoi autori
https://milanosparitaedaricordare.wordpress.com/
Pagine Facebook dedicate alla storia di Milano e della Barona povere di contenuti (gestite da soggetti “disperati” che vivono o sopravvivono con i redditi da publicisti della storia di Milano e/o Barona)?
No Grazie !
Autori facebook che in modo ossessivo-compulsivo forzano alla vendita (on-line tramite multinazionali quali Facebook e anche Amazon) di libri sulla storia di Milano Sparita e del quartiere Barona?
No Grazie !
Pagine Facebook prodotte da aspiranti consiglieri/assessori di Milano e Municipio VI°, altri municipi, Forza Italia, Lega Nord, PD, consieglieri regionali, aspiranti politici che si costruiscono una reputazione di storici e pubblicisti grazie a Facebook ?
No Grazie !
(la rete internet ed il web 2.0 deve avere dato alla testa… a qualcuno…e la ricerca spasmodica di notorieta’ virale, sovente proposta come “inedita fonte”, unita al tentativo di ottenere, spesso ossessivamente, redditi da vendite on-line di libri e visibilità, utilizzando facebook come mera raccolta fotografica promozionale-commerciale con rimandi all’acquisto per “conoscere” i segreti (reali e presunti) della storia di un quartiere o della stessa Milano, genera comportamenti grotteschi come piu’ sotto esposto…).
Purtroppo si deve nuovamente segnalare che il forum Sakyscrapercity “Milano Sparita” (personaggi prossimi alle istituzioni politiche ed ex dipendenti dipartimenti tecnici, servizi di Polizia, delle municipalizzate di Milano) farebbe proprie diverse foto di iniziali archivi fotografici di probabile gestione (originale) di natura istituzionale e privata (con i relativi vincoli giudiziari che appaiono lettera morta in un panorama di Far West all’italiana…dove autori Facebook operano senza regole…), salvo poi cederle ad alcune pagine, per l’appunto facebook (e relativi autori) con finalita’ di natura commerciale (e politica) e per promuovere le vendite commerciali (e di promozione d’immagine personale) di libri (tramite Amazon e Facebook).
I social net NON SONO ISTITUZIONI (e come tali non possono monopolizzare per fini di commercio e fama immagini un tempo di gestione istituzionale).
Chi vi sponsorizza libri spacciandosi per fonte storica è da considerarsi, realmente, una fonte storica credibile e inedita ?
Con l’avvento di Faceook… la “storia” di Milano e Storia della Barona sono divenuti fenomeno di commercio e visibilita’ politico mediatica (per MilanoSparita… nemmeno troppo velata…essendoci accordi con Forza Italia e Facebook per la gestione e le censure di matrice opinionistica di tale pagina) !
Il fenomeno si trascina (senza regole certe) dal 2012…(paragonabile al Far West delle frequenze TV che precedeva la Legge Mammi’). Non ci sono piu’ sconti alle critiche (le scorrettezze non si contano) che nei fatti coinvolgono direttamente gli autori di non meno di due pagine facebook ed una terza pagina di Skyscraper. E’ innegabile che il destino di archivi fotografici, inizialmente pubblici ,veda una poco legittima esclusività per un uso privato assolutamente illecito (per scopi personali, politici, di popolarita’ mediatica e di interessi privati a fini di reddito e di promozione publicistica e politica di immagine a preparazione di future carriere politiche locali).
Le storie della Barona e di Milano Sparita dominano commercialmente nel web (in regime di monopolio) grazie alla assenza di Leggi e regolamentazioni sull’uso commerciale e di promozione personale di foto private e/o provenienti da privati. Impossibile non notare la latitanza di Fondazioni, Province e Regioni che si sono viste bypassare (forse che hanno permesso di essere “asfaltate”) una base documentale che era nel loro diritto e dovere gestire e diffondere nei decenni, oggi ridotta a monopolio commerciale di Facebook (col patrocinio della politica locale). L’anarchia esiste in territorio italiano grazie alle normative transnazionali di Facebook che eludono Leggi e vincoli italiani ed europei (mica scemi quelli di Forza Italia-Lega e PD…).
Sovente alcune di quelle foto originali le vediamo poi vendute su Ebay…(dove confluisce una ampia percentuale di foto originali sfruttate sui server Yahoo-Flickr e Facebook da chi sappiamo… a dimostrare il loro fine ultimo).
A questo dettaglio si aggiungono anche distorsioni storiche, sempre dettate dalla filosofia dell’inedito che deve vendere il piu’ possibile copie librarie cartacee.
LA CORTE DEI MIRACOLI…(dei furbetti)
L’ultima “perla” vede come protagonista una terza pagina facebook dedicata alla “Milano secolare” (anzi ad una pagina web ad essa correlata), Dal cilindro del “Mago Silvan” (siamo ormai nella prestidigitazione e non piu’ nella storia locale) escono inedite scoperte…
Nella Magia… qualcuno sosterrebbe che prima del 1939-40, in Via Ambrogio Binda 4 (alla Barona), e piu’ precisamente nel sito dove sorse il Cinema “Universale” (1940-2007, demolito nel 2008, dopo essere stato “convertito” in Dancing di periferia per 29 anni,,) ovvero intorno al 1940 (nel dopoguerra la sala venne ribattezzata in “Cinema Europa” ) esisteva, verso il 1914 sino agli anni ’30 del 1900, un teatro di posa di un antico cineasta dell’epoca . Anzi… predendo alla lettera questa tesi… il fabbricato del Cinema Europa (in realta’ costruito a fine anni ’30) gia’ derivava e ospitata tale teatro di ripresa… (mancherebbero invece molti tasselli a valore di questa ipotesi essendoci “buchi” e “lacune” nelle fonti utilizzate… anzi storpiate..prive di dimostrazioni dirette).
Ad onor del vero l’unica immagine che (secondo l’autore) ritrarrebbe questo teatro di posa cinematografica è una immagine (intercettata nelle fonti originali, prive di relazioni con il quartiere Barona) che raffigura un generico teatro di posa che non ha riferimento alcuno al “sito” compreso tra l’angolo delle vie Watt e Ambrogio Binda sino al civico 10. Di tale asserzione non si trova traccia nelle fonti (web) riservate alla storia dei pionieri cinematografici della Citta’ di Milano ai primi del XX° secolo… MAH ! Internet “da alla testa” a qualcuno… verrebbe voglia di pensare…(pur di diventare virali e aver successo e prestigio e altro… e forse il prevenire la perdita di concessioni editorali con Facebook USA nel caso si vendessero pochi libri…).
NEL WEB DEDITO ALLA STORIA CONTEMPORANEA DI MILANO E DELLE SUE SALE CINEMATOGRAFICHE, L’UNICO AUTORE AL QUALE TUTTI DOBBIAMO MOLTO E’ GIUSEPPE RAUSA (tutto il resto sono bufalate e speculazioni commerciali).
Facebook è stato, in questi giorni, coinvolto nello scandalo “Cambridge Analytica”, dove emergono alcuni degli abusi che da tempo, anche in questo modesto web vengono denunciati.
(COME ESCLUDERE DALLA CIRCOLAZIONE, PER ANNI E ANNI, IMMAGINI STORICHE PER POI RICICLARLE E SFRUTTARLE, ANNI DOPO, PER FINALITA’ DI PURO COMMERCIO E PROMOZIONE INDIVIDUALE… UFFICIALMENTE QUALIFICATE COME STORIA E CARI RICORDI…IN SUFFRAGIO UNIVERSALE…)
Nella “Corte dei Miracoli” (i residenti dI TALE corte sono furbetti) avvengono miracoli ed eventi inspiegabili…
In tema di Prestidigitazione e Mago Silvan, si deve prendere atto che dal cilindro magico di qualche persona (persone molto influenti a Milano, difficili da contenere nei ranghi…gravitanti intorno alla politica della casta milanese, “bipartisan”), verso la fine del primo decennio degli anni ‘2000, venne estratta la “geniale” intuizione di sfruttare (a fini di commercio facebook e volendo, per alcune pagine fb, anche di velata promozione elettorale) archivi fotografici della cittè di Milano, archivi che sono stati ridotti alla portata (e monopolio) di pochi eletti, per uso commerciale (skyscraprecity è uno dei forum protagonisti di queste scorrettezze ma non sarebbe affatto il solo ... immagini “custodite” da questi personaggi che dopo molto tempo di oblio, fanno ricomparire dal limbo per confluire in pagine facebook (per finalita' di commercio) …e qualcuna anche in libri stampati e venduti dal medesimo colosso dei social).
Proprio oggi, su una pagina facebook di codesti potentati personaggi…(noi comuni mortali poco possiamo…rispetto a tali “eletti”) è apparsa l’ennesima foto “magicamente” riapparsa (non piu’ su carta da foto ma digitale) da un probabile lungo oblio. Resuscitata come inedita (Google immagini la qualifica come MAI PUBBLICATA a livello di web planetario… sempre che Google non toppi…si teme che non abbia toppato…) . L’immagine è quella sottostante… (dal 2012 prosegue questa “tiritera”… siamo sulle centinaia… e anche questa immagine era forse, come ipotesi, originariamente custodita dalla Diocesi di Milano, poi passata ad altre mani…???… ma no.. !). Probabilmente è apparsa per miracolo ! (ed ai miracoli dobbiamo giustamente credere).
Milano Barona (circa meta’ anni ’70). Santuario S. Rita da Cascia alla Barona e incrocio Via S.Rita da Cascia-Ettore Ponti. (ebay España).
La foto, pur se di piccole dimensioni, permette di individuare una colonnina luminosa spartitraffico collocata nel centro dell’incrocio Via Santa Rita da Cascia-Via Ettore Ponti-Piazzale del Santuario. Lo spartitraffico luminoso, collocato tra i primi anni ’70, permase sino alla primavera del 1977, periodo di apertura del Cavalcavia Don Luigi Milani (Aprile 1977). Venne rimosso poco prima dell’apertura al traffico del cavalcavia medesimo. L’apertura del cavalcavia coincise con un incremento del traffico automobilistico. Lo spartitraffico a colonnina luminosa, secondo le logiche dei tecnici alla viabilita’ di quel periodo, poteva rappresentare un ostacolo alla viabilità e venne rimosso per sempre.
L’incrocio, dopo l’apertura del Cavalcavia, fu teatro di molti incidenti automobilistici e di pedoni, condizione che impose, nell’autunno del 1978, l’installazione di semafori. Dal 1986 l’incrocio venne convertito in rotatoria con l’apertura del prolungamento di Via Ettore Ponti (ovvero la Via Walter Tobagi, collegamento automobilistico verso le vie Parenzo e Viale Faenza).